Africa, Chukwu (Diaspore): “Cronisti, diffondete anche notizie positive”
ROMA – “Le tv dovrebbero trasmettere ogni giorno almeno una notizia positiva dai 54 Paesi dell’Africa, per andare al di la’ dello stereotipo di un continente sempre e comunque ostaggio di guerre, carestie e conflitti tribali”: a parlare con l’agenzia ‘Dire’ e’ Godwin Chukwu, fondatore della Federazione delle diaspore africane in Italia. Nell’intervista si prende spunto anche da un appello rilanciato nei giorni scorsi da padre Alex Zanotelli, missionario comboniano dalle baraccopoli del Kenya alle periferie di Napoli. “C’e’ davvero molto da fare” insiste Chukwu, rispetto al racconto dominante sui mass media: “Le reti televisive, non solo quelle della Rai e le piu’ forti, dovrebbero avere l’obbligo morale di includere nei loro telegiornali notizie positive che arrivano ogni giorno dai 54 Stati africani”.
Secondo il fondatore della Federazione, originario della Nigeria, da oltre 30 anni in Italia, e’ necessario contrastare semplificazioni e distorsioni purtroppo consolidate. Le guerre e le carestie ci sono, insomma, ma la realta’ e’ piu’ complessa. “Gli italiani – dice Chukwu – non capiscono che l’Africa e’ un continente dove padri e madri di famiglia portano i bambini a scuola, vanno al mercato e fanno cose normali, come le famiglie di tutto il mondo”.
A nuovi racconti e nuovi impegni, d’altra parte, potrebbero e dovrebbero contribuire gli stessi africani e afro-italiani. “La legge 125/2014 sulla cooperazione internazionale rappresenta una novita’ fondamentale perche’ include le organizzazioni dei migranti come soggetto riconosciuto” sottolinea Chukwu. Convinto che, pero’, sia necessario andare oltre. “Si dice che per presentare un progetto un’associazione come la mia dovrebbe essere accompagnata nei primi passi da un’ong italiana: giusto, a patto che non si dimentichi che a fare la cooperazione e’ bene siano gli africani stessi, che conoscono il territorio, la lingua, i costumi e gli usi”. E la Federazione, registrata a gennaio come alleanza di 18 realta’, tappa di un percorso cominciato nel 2005? “Volevamo creare un’unione di associazioni sapendo che l’unione fa la forza” spiega Chukwu. “Al ministero degli Esteri, e non solo, e’ piu’ facile che gli africani siano ascoltati se propongono i loro prog