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L'Indocina è una vasta penisola dell'Asia sud-orientale, saldata largamente al continente, prominente tra il golfo del Bengala e il mar Cinese meridionale; la sua estremità meridionale si suddivide in un ampio lobo e in una lunga appendice, la Malacca, che giunge a contatto dell'arcipelago malese; nell'andamento delle due coste profondamente incise, nella snellezza delle forme, nella struttura in cui hanno gran parte i corrugamenti recenti, presenta un profondo contrasto con la forma massiccia e la struttura tabulare dell'Arabia e dell'India.
Ha una superficie di ca. 2 milioni di km2 e si estende dal 1° al 23° di latitudine nord, e fra il 93° e il 109° di longitudine est da Greenwich. Al frazionamento della sua struttura fisica corrisponde il frazionamento della vita sociale e politica, la quale, mentre ha impedito la formazione di una nazione o di uno Stato unitario, ha permesso alle minori unità di aborigeni e di antiche popolazioni di mantenersi in pieno isolamento nei distretti montuosi, nelle alte valli dei fiumi e nelle zone più fittamente forestali. Ne consegue la divisione in regioni ben individuate e la formazione di Stati numerosi e differenziati.
L'Indocina francese fu una creazione dell'amministrazione coloniale e raggruppava: - il Tonchino, l'Annam e la Cocincina, raggruppati dal 1949 nello Stato del Vietnam; - il protettorato del Laos; - il protettorato della Cambogia. Occupava quindi la parte orientale dell'Indocina e si estendeva tra la Cina a nord, il Siam ad ovest e il mar cinese meridionale ad est e a sud. L'Indocina francese, o più precisamente l'Unione indocinese, fu creata il 17 ottobre 1887 con l'istituzione del Governatore generale civile dell'Indocina. L'insieme contava circa 12 milioni di

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abitanti, saliti a 16,4 milioni nel 1913. La popolazione coloniale francese raggiunse l'apice nel 1940 con appena circa 34.000 individui. Il colonialismo francese fu essenzialmente di sfruttamento economico, a causa della presenza di diverse risorse naturali (soprattutto caucciù). La seconda guerra mondiale fu determinante per l'avvenire dell'Indocina francese. L'impero del Giappone, in guerra contro la Cina dal 1937, approfittò dell'invasione della Francia (giugno 1940) per lanciare un ultimatum ai Francesi. Occupò la frontiera settentrionale della regione (Tonchino) per interrompere la ferrovia fra l'Haiphong e lo Yunnan utilizzata dalle forze cinesi, mentre il resto dell'Indocina rimase sotto l'autorità di Vichy fino al 1945. Nel 1946 i Francesi, sotto l'impulso di De Gaulle, riprendono il controllo dell'Indocina in un'epoca in cui altre potenze coloniali riprendono piede nelle loro colonie asiatiche (Birmania e Malesia per la Gran Bretagna; Indonesia per i Paesi Bassi).

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INDOCINA itinerario di viaggio
La situazione politica in Indocina può considerarsi definitivamente rasserenata. I confini lungo il Mekong, verso la Cina, la Cambogia e la Thailandia si stanno aprendo uno dopo l'altro. Partiremo per Vietnam-Cambogia-Laos: un viaggio alla scoperta di Paesi usciti da una terribile guerra che ha provato uomini e città per conoscere il suo volto.

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VIETNAM
Da Ho Chi Minh inizia nostro viaggio. La strada è affollata di auto e di una infinità di bici. Siamo nell'antica Saigon, l'ex capitale di un regime corrotto che durame la guerra trasformò questa città in un complesso degradato. Nei dintorni visiteremo il delta del Mekong e Co Chi, la famosa sotterranea scavata dai Vietcong.
Raggiungiamo Phan Thiet sulla costa e Mui Le Sand con dune dalle forme spettacolari fino a raggiungere Danang. arriviamo a Ma Trang, visitiamo quindi Hoi An, antica città fluviale e porto marittimo dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'Umanità, una piccola città Museo che permette di fare un salto nel tempo di un paio di secoli.
Attraverso un paesaggio di campagne coltivate e campi di riso lungo il Mekong raggiungiamo la città di Can Tho in Vietnam, sulle rive del fiume Hau nel delta del Mekong. Punto di interesse è il mercato galleggiante.
Proseguiamo per Da Nang, città marittima base delle operazioni usa e teatro di cruente battaglie. E da qui a Huè, l'antica capitale. Da Hué raggiungiamo Hanoi. Hanoi e la capitale dell'atuale Vietnam, dopo che e stato riunificato alla fine della guerra del Vietnam, grazie ad Hochimin.
Un'escursione di due giorni ci porterà ad Hai Phong, il porto obiettivo di migliaia di bombe sganciate dai B52 americani e alla splendida Baia di Ha Long,

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dove sarà possibile pernottare in barca nella baia, con le sue 3000 isole dalle forme più strane e fantasiose.
La Baia di Halong è un luogo incantevole. Siamo di fatto ai piedi della Cina, e la cultura locale cambia, si fa più cinese....ma non ci faremo prendre dalla curiosità delle tradizioni differenti e via.... riprendiamo il nostro cammino!
C’è qualcosa di emozionante e prodigioso nell’attraversare le frontiere a piedi, qualcosa che nessun aeroporto o scalo internazionale può uguagliare.
Puoi dover attendere minuti o anche ore, sganciare la mancia all'ufficiale di turno e protestare, ma tanto è così che funziona, sudare freddo in attesa un timbro o di un visto, perdere la pazienza o la bussola, ma ne vale sempre la pena. Attraversando le frontiere a piedi nel Sud-Est Asiatico ne ho avuto la conferma.
L’istante preciso in cui lasci un paese per entrare in un altro fa sentire i brividi.
In Africa la prima frontiera a piedi è stata tra lo Zambia ed il Botwana attraverso lo Zambesi.
La mia prima frontiera a piedi in terra d’Asia è stata al confine tra Vietnam e Cambogia, attraversando il fiume, il punto di passaggio prediletto tra chi si sposta via terra tra questi due Paesi: mi ricordo ancora bene tutto.
E tutto vi riporto, oggi, dopo più di 20 anni; all'epoca era ancora vivo Polpot, nascosto nella giungla laotiana, all'epoca rientravano ancora le bare dei soldati

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americani dal Vietnam ̧ all'epoca si trovavano ancora monete d'argento dell'Indocina francese, così come le targhette dei soldati americani disperse nel fango...
Era tutto così palpabile...come se il 1975 fosse ancora là...
Volo con l'attuale Vietnam Airlines fondata nell'aprile 1993 come azienda di Stato, e divenuta Vietnam Airlines Corporation (in vietnamita Tổng Công ty Hàng không Việt Nam) nel 1996 a seguito della fusione con diverse altre società di servizi.
Polpot muove nel 1998.
Sconfinare via terra è la chiara presa di coscienza che sei ufficialmente in viaggio, ti stai muovendo, stai attraversando un pezzetto di mondo, ti stai lanciando alla scoperta del nuovo, dell’altro, del diverso.
Senti il tuo respiro affannoso, mentre hai sulle spalle il sacco, devi raggiungere il passaggio a livello - ve ne è sempre uno - in mezzo al nulla, nella foresta pluviale, nella savana....attraverso un fiume... C'e sempre uno spazio di terra di nessuno....
E senti ogni istante che ti avvicini al confine il cuore che sobbalza... eh si.... controllano sempre tutto quando sei a piedi...tutto, tipo vedersi bloccare senza poter reagire l'occhio delle telecamera perché è proibito riprendere nel Paese...
All'epoca era avventuroso anche volare su quei vecchi uccelli di ferro senza finestrini al fianco.

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Ma attraversare le frontiere via terra o via fiume come ho fatto io - sul delta del Mekong, teatro di guerre recenti - è tutta un'altra storia.
Le cose che ti possono capitare attraversando una frontiera a piedi finiscono dritte dritte nei tuoi più bei ricordi di viaggio e nel tuo curriculum di viaggiatrice.
E ne potrei raccontare di fatti ....
Ma questo scritto ha un altro obiettivo: raccontare sinteticamente il mio viaggio in Indocina, evidenziando la storia e le tradizioni di questa aerea geografica, in particolare presentando la antica popolazione Kmer che ha lasciato una grwnde ed impotntisisma eredità culturale, quale AngorWat, dichiarato in seguito patrimonio dell'Umanità.
Entreremo in Cambogia a Sud presso il confine Kaam Samnor /Ving Xuong. E' un confine molto popolare per il fatto che qui si attraversa il confine in barca. Questa frontiera collega Phnom Penh con Chau Doc.
Siamo in Cambogia...
Raggiungiamo la capitale Phnom Penh e visitiamo le prigioni che aveva
istituito Polpot del regime dei Kmer rossi.
Nel 1993 - come poi ho capito accade inei Paesi ex comunisti - la città era ancora sventrata, le finestre delle palazzine disabitate ancora rotti, le strade ricolme di fango...

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Lucette notturne di Natale invitavano i pochi turisti coraggiosi - tra cui me ed i miei amici - a cenare nei ristorantini di Phnom Pen situati lungo le strade secondarie non asfaltate, fangose... siamo nel 1993...
L'indomani raggiunto Siem Reap, partiamo per la visita di Angkor dove vedremo Angkor Wat, fatto costruire dal re Suryavarman II nel 1113.
È un tempio-montagna raffigurante la cosmologia Khmer ed uno dei complessi sacri più vasti del mondo.
Ci perdiamo poi nei resti della capitale Angkor Thom, dove il Bayon e le Terra stupiranno per gli incredibili bassorilievi con le gesta di Jayavar man VII, tra il 1181 ed il 1220, il più grande e potente dei re Khmer.
Quindi visitiamo l'affascinante Ta Prohm, lasciato dagli archeologi preda degli alberi con le radici e i rami che devastano le strutture e le frammenta del tempio.
Angkor Wat ha segnato la mia vita...mi perdo a riprendere le mura di cinta della città-Stato...quei meravigliosi visi giganteschi scolpiti nella pietra mi fanno cadere inginocchiata... per fotografarli interi...
Resto abbagliata dalla loro bellezza....poi mi volto e lungo il baray noto i bambini fare il bagno...nell'acqua sporca ed acquitrinosa...
Là in quel preciso istante ai piedi di quei volti, pur in pietra, mi innamoro perdutamente dell'arte della fotografia: là cambia il mio modo di viaggiare...
Angkor Wat...sei rimasta nel mio cuore per sempre....

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Laos
Dalla Cambogia raggiungiamo il Laos con la Cambodian airlines, una esperienza unica, aereo immortalato con la mia macchinetta in un aeroporto fatiscente, senza sale di attese... là, in mezzo alla giungla.....
Atterriamo nella capitale Vientiane, città di impronta coloniale che conserva antichi monumenti come il Haw Pha Kaew e lo stupa di PhaThat iLuang. Dopo il caos precedente, nel Laos si trova la pace eterna, il silenzio regna sovrano nella capitale. Qui tutti pregano. I monaci vestiti di arancione sono intenti a suonare il gong ed a pregare sdraiati lungo le fila infinite di statue di B uddha...
Visitiamo la città, il suo tipico mercato.
Mi innamoro perdutamente dei loro manufatti in argento: mi innamoro della antica spada Kmer che - non so come - ho riportato in Italia. Contratto il prezzo... pesano l'argento con piccole bilancine al mercato di Vientiane... Costa 100 dollari... Il suo fodero è tutto in argento, completamente inciso a mano dagli artigiani laotiani, posseggono miniere d'argento...
Sono bravissimi artigiani e come scolpiscono la pietra, così lavorano l'argento, disegnando tanti, tanti Buddha. Acquisto anche una bellissima ciotola d'argento, battuta a mano... anche qui una miriade di figure religiose buddhiste ed induiste.

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Acquisto anche servizi interi di bacchette d'argento....eh sì in Indocina imparo ad usare le bacchette...ed a mangiare riso.... non ci sono forchette o coltelli...solo spaghetti cinesi... pallette di riso che si utilizza come pane.
L'indomani visitiamo Vang Vieng con le sue famose grotte; quindi Luang Prabang nel Nord del Paese.
Visitiamo accuratamente la città per proseguire con una escursione in battello sul fiume Mekong che qui ha una larghezza di ben 400 metri, asse vitale per il Paese e che rappresenta la più importante via di comunicazione.
Sappiamo che lungo il Mekong trasportano droga con barche veloci. Facciamo finta di niente ed andiamo a visitare le grotte, vicono Phom Pen, dove ci aspettano circa duemila buddha d'oro.
Il fiume attraversa una regione abitata da diversi gruppi tribali, raggiun- geremo le grotte di Pakou.
Da Luang Prabang, antica capitale del Laos, ci addentriamo nella giungla laotiana a piedi fino alle splendide cascate di Kuang.
Rientriamo a Vientiane. Da qui con mezzi pubblici passiamo il Mekong e raggiungiamo la Thailandia.

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CAMBOGIA
Problema rilevante nel delineare la storia khmer è la mancanza di fonti: le uniche tracce scritte a noi pervenute sono infatti iscrizioni su pietra.
L'odierna conoscenza storica della civiltà Khmer deriva quindi principalmente da scavi archeologici, ricostruzioni ed indagini; iscrizioni su stele e su pietra nei templi (gli unici edifici sopravvissuti, in quanto costruiti in pietra); bassorilievi che raffigurano eventi bellici, vita di palazzo, miti e, in alcuni casi, anche la vita di tutti i giorni; resoconti e cronache di diplomatici, mercanti e viaggiatori, per lo più cinesi e dai resoconti cinesi di prima mano di Zhou Daguan, che forniscono informazioni sulla Cambogia del XIII secolo e prima.
I bassorilievi dei templi di Angkor, come quelli di Bayon, descrivono la vita quotidiana dell'antico regno Khmer, comprese scene di vita del palazzo, battaglie navali sul fiume o sui laghi e scene comuni del mercato.
L'Impero Khmer fu un potente regno che ebbe centro in quella che oggi è la Cambogia e che in alcuni periodi estese la sua influenza su buona parte degli odierni territori di Thailandia, Laos e Vietnam meridionale.
Il centro del suo potere e splendore fu la pianura alluvionale a nord del lago Tonlé Sap, ove giace l'eredità più grande che ci ha lasciato: Angkor, nell'odierna provincia di Siem Reap.

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Il sito archeologico, uno dei più vasti e importanti dell'Asia, ospitò diverse capitali del regno e testimonia lo splendore e la ricchezza dell'impero Khmer.
L'inizio dell'era angkoriana della storia khmer è fissata convenzionalmente nell'anno 802, anno in cui Jayavarman II si fece proclamare monarca universale, a sanzione rituale dell'indipendenza del proprio dominio. Allo stesso modo la sua fine viene posta al 1431, anno in cui un'invasione Thai pose il sigillo a una fase di declino e spopolamento della regione portando allo spostamento del centro politico ed economico verso Sud-Est, lungo il Mekong.
L'impero Khmer era fondato su vaste reti di comunità agricole dedite al riso. I contadini, che costituivano la maggioranza della popolazione del regno, piantarono riso vicino alle rive del lago o del fiume, nelle pianure irrigate che circondavano i loro villaggi, o sulle colline quando le pianure furono allagate. Le risaie furono irrigate da un sistema idraulico massiccio e complesso, tra cui reti di canali e baray o giganteschi serbatoi d'acqua. Palme da zucchero, alberi da frutta e ortaggi venivano coltivati nei frutteti dai villaggi, fornendo altre fonti di prodotti agricoli come lo zucchero di palma, il vino di palma, il cocco, i vari frutti tropicali e le verdure. I piccoli villaggi erano raggruppati attorno a centri regionali che inviavano beni a grandi città come Angkor in cambio di altri beni, come la ceramica e gli oggetti del commercio estero dalla Cina.

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Il re ed i suoi funzionari erano al comando della gestione dell'irrigazione e della distribuzione dell'acqua, che consisteva in un'intricata serie di infrastrutture idrauliche, come canali, fossati e enormi serbatoi chiamati barays.
Molti Khmer facevano affidamento sulla pesca d'acqua dolce dell'enorme lago Tonlé Sap e dei numerosi fiumi e stagni per la loro vita. La pesca ha dato alla popolazione la principale fonte di proteine, trasformata in pasta di pesce essiccata al vapore o arrostita o al vapore avvolta in foglie di banana.
Il riso era il principale alimento insieme al pesce. Altre fonti di proteine comprendevano maiali, bovini e pollame, che erano tenuti sotto le case dei contadini, che erano su palafitte per proteggerli dalle inondazioni.
Il mercato di Angkor non conteneva edifici permanenti; era una piazza aperta dove i mercanti sedevano per terra su stuoie di paglia intrecciate e vendevano le loro merci. Non c'erano tavoli o sedie. Alcuni commercianti si proteggevano dal sole con semplici parasole ricoperti di paglia. Un certo tipo di tassa o affitto veniva prelevato dai funzionari per ogni spazio occupato dai commercianti sul mercato. Il commercio e l'economia nel mercato di Angkor erano principalmente gestiti da donne.

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Un rilievo del dodicesimo o tredicesimo secolo presso il tempio di Bayon
Ora riporto testi antichi medievali di Zhou Daguan che descrive brillantemente le donne del mercato di Angkor:
Le persone locali che sanno come commerciare sono tutte donne. Quindi, quando un cinese va in questo paese, la prima cosa che deve fare è prendere una donna, in parte con l'intento di trarre profitto dalle sue capacità commerciali.
Le donne invecchiano molto velocemente, senza dubbio perché si sposano e partoriscono quando sono troppo giovani. Quando hanno venti o trenta anni, sembrano donne cinesi che hanno quaranta o cinquanta anni.
Il ruolo delle donne nel commercio e nell'economia dell'impero Khmer suggerisce che godevano di diritti e libertà significativi. La loro pratica di sposarsi presto potrebbe aver contribuito all'alto tasso di fertilità e all'enorme popolazione del regno.

Società e politica
Battaglia navale contro i Chăm, Bayon
Esercito Khmer in marcia, raffigurato a Bayon
La società era organizzata secondo una gerarchia che rifletteva il sistema delle caste indù (Varna), dove i popolani - coltivatori di riso e pescatori - costituivano la grande maggioranza della popolazione. I vasti progetti di irrigazione fornivano eccedenze di riso che potevano sostenere un gran numero di persone. La religione di stato era induista ma influenzata dal culto di Devaraja, elevando i re Khmer come dei in terra, attribuita all'incarnazione di Vishnu o Shiva.
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In politica, questo status era visto come la giustificazione divina di un la regola del re, il culto permise ai re Khmer di imbarcarsi in imponenti progetti architettonici, costruendo maestosi monumenti come Angkor Wat e Bayon per celebrare il dominio divino del re sulla terra.
Il re era circondato da ministri, ufficiali di Stato, nobili, canoni, donne del palazzo e servi, tutti protetti da guardie e truppe. La capitale di Angkor e la corte reale dei Khmer sono famose per le grandi cerimonie, con molte feste e rituali che si tengono in città. Anche quando viaggiava, il re e i suoi entourage hanno creato un certo spettacolo, come descritto nel racconto di Zhou Daguan:
La descrizione di Zhou Daguan di una processione reale di Indravarman III:
"Quando il re esce, le truppe sono a capo della sua scorta; poi vengono bandiere, striscioni e musica. Le donne del palazzo, numerate da tre a cinquecento, con indosso un panno fiorito, con i fiori nei capelli, tengono le candele nelle loro mani e formano una troupe. Anche in pieno giorno, le candele sono accese. Poi arrivano altre donne del palazzo, con l'armamentario reale fatto di oro e argento ... Poi arrivano le donne del palazzo che portano lance e scudi, con le guardie private del re. I carri trainati da capre e cavalli, tutti in oro, vengono dopo. Ministri e principi sono montati su elefanti, e di fronte a loro si possono vedere, da lontano, i loro innumerevoli ombrelli rossi. Dopo di loro vengono le mogli e le concubine del re, nei palanchini, nelle carrozze, a cavallo e sugli elefanti. Hanno più di cento parasoli,

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chiazzati d'oro. Dietro di loro arriva il sovrano, in piedi su un elefante, con in mano la spada sacra. Le zanne dell'elefante sono incastonate in oro. ”
La descrizione di Zhou Daguan del guardaroba del re Khmer:
"Solo il sovrano può vestirsi con un disegno floreale... Intorno al collo indossa circa tre libbre di grandi perle. Ai suoi polsi, caviglie e dita ha braccialetti d'oro e anelli tutti fissati con gli occhi di gatto ... Quando esce, tiene in mano una spada d'oro”
La descrizione di Zhou Daguan delle case Khmer:
"Le dimore dei principi e dei funzionari principali hanno un layout e dimensioni completamente diversi da quelli delle persone. Tutti gli edifici periferici sono ricoperti di paglia; solo il tempio di famiglia e l'appartamento principale possono essere ricoperti di piastrelle. Il rango ufficiale di ciascuna persona determina la dimensione delle case. ”
Le case degli agricoltori erano situate vicino alle risaie ai margini delle città. Le pareti delle case erano fatte di bambù intrecciato, con tetti di paglia, ed erano su palafitte. Una casa era divisa in tre stanze da mura di bambù intrecciate. Una era la camera da letto dei genitori, un'altra era la camera da letto dei figli, e la più grande era la zona giorno. I figli dormivano ovunque potessero trovare spazio. La cucina era sul retro o in una stanza separata. Nobili e re vivevano nel palazzo e in case

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molto più grandi della città. Erano fatti degli stessi materiali delle case dei contadini, ma i tetti erano scandole di legno e avevano disegni elaborati e altre stanze.
La gente comune indossava un sampot in cui la parte anteriore era disegnata tra le gambe e fissata dietro da una cintura. Nobili e re portavano tessuti più raffinati. Le donne indossavano una striscia di stoffa per coprire il petto, mentre le donne nobili ne avevano una allungata che andava a tracolla. Uomini e donne indossavano un Krama. Oltre alle rappresentazioni della battaglia e alle conquiste militari dei re, i bassorilievi di Bayon raffigurano la banale quotidianità della gente comune Khmer, comprese scene del mercato, pescatori, macellai, persone che giocano a un gioco di scacchi, e il gioco d'azzardo durante i combattimenti di galli.

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LAOS
LAOS, ufficialmente Repubblica Popolare Democratica del Laos, è uno Stato del Sud-Est asiatico che non ha sbocco sul mare. Confina a Nord con la Cina, a Est con il Vietnam, a Sud con la Cambogia, a Ovest con la Thailandia e a Nord-Ovest con la Birmania.
Nel delicato equilibrio politico di quel tempo nella regione, dominata dalla tensione tra le potenze coloniali britannica e francese, venne coniato il termine Laos, traslitterazione che fecero i francesi della parola lao, il nome dell'etnia dominante nel Paese, quando nel 1899 venne ufficialmente istituito il Protettorato Francese del Laos. I francesi non diedero grande importanza al Laos, che fu sostanzialmente usato come Stato cuscinetto tra i propri territori e quelli controllati dai britannici.
Il Laos mantenne una relativa tranquillità sociale e non rimase coinvolto nei drammatici conflitti che insanguinarono la vicina Cambogia.
Dopo il crollo del blocco sovietico ebbe inizio una lenta liberalizzazione economica, ma il partito unico si è mantenuto al potere concentrando la propria azione su una forte militarizzazione del Paese, pur abbandonando le rigide posizioni ideologiche dell'epoca sovietica. Vi è stato in questi anni uno sforzo del Governo per riappacificarsi con le vecchie opposizioni, tentando di integrarle nel regime.

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Il turismo si è espanso notevolmente dopo l'apertura del Paese ai visitatori stranieri avvenuta negli a, passando dalle 80.000 presenze straniere del 1990, ai 4 milioni e 160 000 arrivi del 2014. Il Governo si aspetta che la voce turismo arrivi a portare 1,585 miliardi di dollari nel 2020.
Il Paese ha acquisito grande popolarità tra i turisti stranieri per lo stile di vita rilassato e allegro dei laotiani e per aver conservato aspetti tradizionali dell'Asia antica.
Tra le principali attrazioni, vi sono i patrimoni dell'umanità rappresentati dalla città di Luang Prabang e dal sito archeologico religioso di Vat Phu, la gastronomia ed i templi di Vientiane, i particolari panorami di Vang Vieng, i percorsi di trekking nelle zone popolate dalle variopinte minoranze etniche di montagna e varie altre bellezze naturali.
Dal 1992 il Paese ha aperto le frontiere al turismo e nel 1994, grazie a un finanziamento australiano, è stato costruito sul Mekong il primo ponte dell'amicizia thai-lao, che unisce Laos e Thailandia in corrispondenza di Vientiane.
È stato il primo ponte sul fiume in tutta l'Indocina e negli anni seguenti ne sono stati costruiti altri nel Paese. L'autarchico sistema di conduzione del Paese non ha rallentato l'inflazione né il progressivo crollo del kip, la valuta del Paese, fino alla fine del millennio.

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Attorno al 2000 sono stati presi nuovi sostanziosi accordi commerciali con l'estero, in particolare con la Cina e la Thailandia, le cui aziende e istituzioni bancarie hanno fatto da allora grandi investimenti in Laos, contribuendo al risollevamento dell'economia e alla stabilizzazione della valuta.
(EN) David Chandler, A History of Cambodia, Westview Press, 2008, ISBN 978-0- 8133-4363-1.
(EN) Michael Freeman, Claude Jacques: Ancient Angkor, Asia Books, ISBN 974- 8225-27-5
(EN) Vittorio Roveda: Khmer Mythology, River Books, ISBN 974-8225-37-2
(EN) Bruno Dagens (engl: Ruth Sharman): Angkor - Heart of an Asian Empire,
(EN) Dawn Rooney: Angkor: Cambodia's Fabulous Khmer Temples, Odyssey Publications, Ltd., ISBN 962-217-727-1
(EN) Zhou Daguan: The Customs of Cambodia, The Siam Society, ISBN 974-8359- 68-9
(EN) Henri Mouhot: Travels in Siam, Cambodia, Laos, and Annam, White Lotus Co, Ltd., ISBN 974-8434-03-6
(EN) Benjamin Walker, Angkor Empire: A History of the Khmer of Cambodia, Signet Press, Calcutta, 1995
(EN) Wood, William A.R.: History of Siam, da pag. 62 a pag. 69. Simon Publications, Incorporated, 2001. ISBN 1-931541-10-8 - Consultabile on-line su archive.org
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Thames & Hudson, ISBN 0-500-30054-2