GerryAdams e il prezzo della pace

Il leader storico del Sinn Féin lascia. Lui e la sua generazione hanno raccolto un Paese in fiamme, guidandolo, nel sangue, nella violenza, nei tentativi di cambiare, nel processo di pace, fino a una dimensione diversa e moderna, quantomeno identica al resto dell’Europa.

Perché questo è stato il primo fine settimana libero – anche da interviste da “ex”- da 34 anni a questa parte (e circa cinquanta dall’inizio della sua militanza), da che il leader riconosciuto del Sinn Féin ha fatto “il passo indietro” e ha lasciato la leadership del partito-movimento con cui è passato dai giorni della “Bloody Sunday” al governo misto di oggi giorno Unionisti-Repubblicani di Stormont Castle.

In questi 34 anni Gerry Adams è stato radiografato e vivisezionato, soprattutto per capire quale ruolo reale avesse svolto nell’Ira ai tempi delle bombe nei pub e degli assalti tra l’ Ira e bande paramilitari unioniste. In alcuni casi uscendone indenne in maniera chiara, in altri lasciando una scia spiacevole di “area grigia”, di cui peraltro non si è mai curato molto. Ha sempre detto di non essersi mai occupato di questo o quell’attentato e tantomeno di ferimenti o uccisioni. Ma questo non può voler dire molto per un uomo che è presente in tutte le immagini degli anni Ottanta e Novanta fino all’accordo e al cessate-il-fuoco del Good Friday, nel 1998, accanto a Martin McGuinness in tutti i funerali repubblicani di Derry e Belfast sullo sfondo di militanti Ira con la “cagoule” e la divisa da combattimento verde.

Martin McGuinness, lui sì, disse esplicitamente che era stato un comandante dell’ Ira, e peraltro di lui c’erano anche foto in quella stessa divisa verde degli altri suoi compagni, e lo confessò mentre allo stesso tempo diceva con Gerry Adams che la lotta militare doveva lasciar spazio alla politica; e firmò l’Accordo di Stormont con Blair e fu vice addirittura dell’ “acerrimo nemico”, il reverendo Ian Paisley, prima di assumere l’ incarico di premier del Nord Irlanda e condurre, al suo funerale lo scorso marzo 2017, non solo quattro Taoiseach(primi ministri) dell’Eire e il presidente della repubblica Michael Higgins ma anche l’ex presidente degli Usa, Bill Clinton, che fu artefice di quell’accordo assieme a Blair.

Gerry Adams invece non ha foto in divisa dell’Ira, ma è presente nelle foto di tutti i funerali di leader e militanti semplici dell’Ira, assieme a McGuinness; comincia a intervenire pubblicamente dopo il bagno di sangue del corteo pacifista e per i diritti civili (quattordici solo i morti, colpiti dal 1mo reggimento parà britannico),raccontato dagli U2 in “Sunday Bloody Sunday” (e prima da John Lennon e perfino Paul McCartney…) e prosegue a intervenire sempre più in pubblico, prima limitandosi a parlare di West Belfast (dove sarà eletto, anni dopo, al parlamento britannico, … e non andrà, ovviamente, come tutti i repubblicani irlandesi dello Sinn Féin per evitare il giuramento alla Regina), poi di tutta la lotta nelle sei contee ed infine si segnala quasi come il portavoce dei detenuti ai tempi del tragico sciopero della fame iniziato da Bobby Sands contro la Thatcher.

 

nstallazioni collaborative e l’intervento artistico di H.H. Lim per raccontare le collezioni indonesiane e malesi del Museo attraverso sguardi inediti

24 febbraio – 1 aprile 2018

Inaugurazione mostra
23 febbraio 2018, alle 16:30

Museo delle Civiltà – museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini”
Piazza Guglielmo Marconi, 14 – Roma Eur
Salone delle Scienze


A cura di Loretta Paderni e Rosa Anna Di Lella

Il 23 febbraio 2018 alle 16:30, nel Salone delle Scienze del Museo delle Civiltà – museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini”, si inaugura la mostra collaborativa “The Making of a Point of View. Sguardi sulle collezioni indonesiane e malesi”, organizzata nell'ambito del progetto europeo SWICH – Sharing a world of Inclusion, Creativity and Heritage
La mostra presenta quattro installazioni autonome, ognuna veicolo di punti di vista differenti su una parte del patrimonio del Museo delle Civiltà:

  • Oggetti in dialogo: narrazioni
  • Oggetti in diaspora: riconnessioni
  • Oggetti in transito: trasformazioni
  • Origine del dettaglio. Intervento artistico di H.H. Lim

Alla consueta messa in scena degli oggetti, raccolti durante le esplorazioni geografiche dell’Ottocento, si mescolano i linguaggi dell’arte contemporanea, la narrazione autobiografica, l’approccio storico e museografico facendone materia di partenza per processi creativi, conoscitivi, formativi e di riscoperta. L’intreccio di questi elementi mette in moto un processo che sorpassa la linearità dell’esposizione classica.